In Italia si apre una fase cruciale per il futuro della cannabis light e della filiera della canapa industriale. Con una recente ordinanza, il Consiglio di Stato ha deciso di rivolgersi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, chiedendo chiarimenti sulla compatibilità della normativa italiana che vieta la vendita delle infiorescenze di canapa con il diritto comunitario.

Il problema nasce dal fatto che la normativa nazionale considera le infiorescenze di canapa — anche con bassissimo contenuto di THC — alla stregua di sostanze stupefacenti. Questo approccio ha generato negli ultimi anni sequestri, procedimenti e forti limitazioni per gli operatori, nonostante la stessa pianta sia riconosciuta come coltura agricola dalla normativa europea.

La decisione del Consiglio di Stato sospende di fatto il quadro repressivo in attesa del parere europeo. La Corte UE dovrà pronunciarsi su punti cruciali: se le infiorescenze rientrino a pieno titolo nel regime agricolo europeo, se il divieto italiano costituisca una restrizione ingiustificata alla libera circolazione delle merci e se la normativa nazionale sia proporzionata rispetto agli obiettivi di tutela della salute.

Il settore agricolo e commerciale della canapa in Italia attende con grande interesse l’esito del giudizio, soprattutto perché la filiera — che vale centinaia di milioni di euro e coinvolge migliaia di aziende — rischia di essere pesantemente compromessa. Una decisione favorevole potrebbe portare alla revisione della normativa e alla ripartenza del settore; una decisione contraria potrebbe invece consolidare le restrizioni attuali.

Suggerimento immagine di copertina: infiorescenze di canapa light in esposizione su un banco di vendita, oppure una coltivazione agricola con un’aula di tribunale sullo sfondo a simboleggiare il confronto legale.